E il cuore quando d’un ultimo battito/avrà fatto cadere il muro d’ombra/per condurmi, Madre, sino al Signore, /come una volta mi darai la mano. /In ginocchio, decisa, sarai una statua davanti all’eterno,/ come già ti vedeva/ quando eri ancora in vita. /Alzerai tremante le vecchie braccia,/come quando spirasti/ dicendo: Mio Dio, eccomi./ E solo quando m’avrà perdonato,/ ti verrà desiderio di guardarmi./ Ricorderai d’avermi atteso tanto,/ e avrai negli occhi un rapido sospiro.
La Madre, scritta da Giuseppe Ungaretti nel 1930, è una delle poesie più intense e commoventi, non solo dello stesso Ungaretti, ma dell’intera produzione poetica del Novecento, e probabilmente oltre. Leggendola, tra le molte emozioni e sensazioni provate, ci si può domandare se si tratti di “sola” poesia o se si tratti di una preghiera trasformata in versi. Ci si trova in uno spazio-temporale che non è nel nostro orizzonte umano, immersi in una luce amorevole, amore della madre, del figlio, amore di Dio, eterno. Il dolore resta sullo sfondo, inevitabile, ma superabile.
Pregare e fare poesia, fare poesia e pregare: da sempre l’uomo avverte il bisogno di seguire la voce interiore che da’ senso (o tenta di farlo) al caos dell’esistenza, cerca le parole per portare luce sul mistero che anima la storia universale e quella individuale.
La radice della poesia e della preghiera si può definire comune ;anche quando in una poesia non viene invocato Dio in modo esplicito, prende corpo l’inquietudine la ricerca inesausta dell’autenticità della condizione umana.
Don Paolo Alliata da tempo ha intrapreso, tra le molte sue iniziative, la non comune strada di fare catechesi, di incontrare e fare incontrare le persone, in nome della letteratura e della poesia, che indica come bussola nella tempesta della vita. Ha pubblicato diversi libri, di grande successo, dedicati a questo percorso. Don Paolo svolge il suo ministero nella parrocchia dell’Incoronata a Milano. Le sue «Passeggiate nella letteratura», di solito il giovedì sera nella chiesa di corso Garibaldi, hanno avuto e continuano ad avere molto successo, essendo arrivati al decimo anno, come ha spiegato più volte lo stesso sacerdote, e sono sempre tanti coloro che si avvicinano incuriositi e poi “conquistati” da questa esperienza, anche attraverso le varie piattaforme, da YouTube a Spotify. Negli incontri si parte da brani di autori famosi, tra i quali Manzoni, Tolstoj, Flaubert, Steinbeck.
L’ultima sua opera si intitola “Nel tempo di Dio”, una sorta di breviario che raccoglie poesie da lui amate in modo particolare, disposte secondo le Ore liturgiche, dal Notturno, o Mattutino, al Vespro, dalle Lodi alla Compieta, per passare nell’Ora Media pomeridiana. Non si tratta di sostituire, certo, le parole delle preghiere liturgiche o quelle della devozione, ma affiancarle nella meditazione, permettere che i versi agiscano da “piccolo fuoco”, lampo di luce, dialogo inaspettato.
Sono i versi di Antonia Pozzi, di David Maria Turoldo, di Rainer Maria Rilke, di Fernando Pessoa e Milton, diventare preghiera intensa, costante, intrecciata alla ricerca della bellezza. Un percorso che aiuta, consola, illumina, apre squarci di luce là dove sembra che tutto sia buio, ricordando parole capaci di dare speranza, anche quando sempre vano, inutile sperare, sentire, profondamente, che non finisce tutto nel grigiore o nel dolore, che le illusioni umane non sono una risposta e che non finisce tutto qui, l’ultima parola non è quella che ci distrugge. Sperare contro l’impossibile, sperare per oltrepassare i limiti, la paura, il silenzio, la desolazione. Sperare, fare poesia. Pregare.
Paolo Alliata, Nel tempo di Dio, Edizioni Ponte alle Grazie, pp. 176, euro 16
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Letture, il breviario poetico don Paolo Alliata
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Letture, il breviario poetico don Paolo Alliata:
E il cuore quando d’un ultimo battito/avrà fatto cadere il muro d’ombra/per condurmi, Madre, sino al Signore, /come una volta mi darai la mano. /In ginocchio, decisa, sarai una statua davanti all’eterno,/ come già ti vedeva/ quando eri ancora in vita. /Alzerai tremante le vecchie braccia,/come quando spirasti/ dicendo: Mio Dio, eccomi./ E solo quando m’avrà perdonato,/ ti verrà desiderio di guardarmi./ Ricorderai d’avermi atteso tanto,/ e avrai negli occhi un rapido sospiro.
La Madre, scritta da Giuseppe Ungaretti nel 1930, è una delle poesie più intense e commoventi, non solo dello stesso Ungaretti, ma dell’intera produzione poetica del Novecento, e probabilmente oltre. Leggendola, tra le molte emozioni e sensazioni provate, ci si può domandare se si tratti di “sola” poesia o se si tratti di una preghiera trasformata in versi. Ci si trova in uno spazio-temporale che non è nel nostro orizzonte umano, immersi in una luce amorevole, amore della madre, del figlio, amore di Dio, eterno. Il dolore resta sullo sfondo, inevitabile, ma superabile.
Pregare e fare poesia, fare poesia e pregare: da sempre l’uomo avverte il bisogno di seguire la voce interiore che da’ senso (o tenta di farlo) al caos dell’esistenza, cerca le parole per portare luce sul mistero che anima la storia universale e quella individuale.
La radice della poesia e della preghiera si può definire comune ;anche quando in una poesia non viene invocato Dio in modo esplicito, prende corpo l’inquietudine la ricerca inesausta dell’autenticità della condizione umana.
Don Paolo Alliata da tempo ha intrapreso, tra le molte sue iniziative, la non comune strada di fare catechesi, di incontrare e fare incontrare le persone, in nome della letteratura e della poesia, che indica come bussola nella tempesta della vita. Ha pubblicato diversi libri, di grande successo, dedicati a questo percorso. Don Paolo svolge il suo ministero nella parrocchia dell’Incoronata a Milano. Le sue «Passeggiate nella letteratura», di solito il giovedì sera nella chiesa di corso Garibaldi, hanno avuto e continuano ad avere molto successo, essendo arrivati al decimo anno, come ha spiegato più volte lo stesso sacerdote, e sono sempre tanti coloro che si avvicinano incuriositi e poi “conquistati” da questa esperienza, anche attraverso le varie piattaforme, da YouTube a Spotify. Negli incontri si parte da brani di autori famosi, tra i quali Manzoni, Tolstoj, Flaubert, Steinbeck.
L’ultima sua opera si intitola “Nel tempo di Dio”, una sorta di breviario che raccoglie poesie da lui amate in modo particolare, disposte secondo le Ore liturgiche, dal Notturno, o Mattutino, al Vespro, dalle Lodi alla Compieta, per passare nell’Ora Media pomeridiana. Non si tratta di sostituire, certo, le parole delle preghiere liturgiche o quelle della devozione, ma affiancarle nella meditazione, permettere che i versi agiscano da “piccolo fuoco”, lampo di luce, dialogo inaspettato.
Sono i versi di Antonia Pozzi, di David Maria Turoldo, di Rainer Maria Rilke, di Fernando Pessoa e Milton, diventare preghiera intensa, costante, intrecciata alla ricerca della bellezza. Un percorso che aiuta, consola, illumina, apre squarci di luce là dove sembra che tutto sia buio, ricordando parole capaci di dare speranza, anche quando sempre vano, inutile sperare, sentire, profondamente, che non finisce tutto nel grigiore o nel dolore, che le illusioni umane non sono una risposta e che non finisce tutto qui, l’ultima parola non è quella che ci distrugge. Sperare contro l’impossibile, sperare per oltrepassare i limiti, la paura, il silenzio, la desolazione. Sperare, fare poesia. Pregare.
Paolo Alliata, Nel tempo di Dio, Edizioni Ponte alle Grazie, pp. 176, euro 16
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E il cuore quando d’un ultimo battito/avrà fatto cadere il muro d’ombra/per condurmi, Madre, sino al Signore, /come una volta mi darai la mano. /In ginocchio, decisa, sarai una statua davanti all’eterno,/ come già ti vedeva/ quando eri ancora in vita. /Alzerai tremante le vecchie braccia,/come quando spirasti/ dicendo: Mio Dio, eccomi./ E solo quando m’avrà perdonato,/ ti verrà desiderio di guardarmi./ Ricorderai d’avermi atteso tanto,/ e avrai negli occhi un rapido sospiro.
La Madre, scritta da Giuseppe Ungaretti nel 1930, è una delle poesie più intense e commoventi, non solo dello stesso Ungaretti, ma dell’intera produzione poetica del Novecento, e probabilmente oltre. Leggendola, tra le molte emozioni e sensazioni provate, ci si può domandare se si tratti di “sola” poesia o se si tratti di una preghiera trasformata in versi. Ci si trova in uno spazio-temporale che non è nel nostro orizzonte umano, immersi in una luce amorevole, amore della madre, del figlio, amore di Dio, eterno. Il dolore resta sullo sfondo, inevitabile, ma superabile.
Pregare e fare poesia, fare poesia e pregare: da sempre l’uomo avverte il bisogno di seguire la voce interiore che da’ senso (o tenta di farlo) al caos dell’esistenza, cerca le parole per portare luce sul mistero che anima la storia universale e quella individuale.
La radice della poesia e della preghiera si può definire comune ;anche quando in una poesia non viene invocato Dio in modo esplicito, prende corpo l’inquietudine la ricerca inesausta dell’autenticità della condizione umana.
Don Paolo Alliata da tempo ha intrapreso, tra le molte sue iniziative, la non comune strada di fare catechesi, di incontrare e fare incontrare le persone, in nome della letteratura e della poesia, che indica come bussola nella tempesta della vita. Ha pubblicato diversi libri, di grande successo, dedicati a questo percorso. Don Paolo svolge il suo ministero nella parrocchia dell’Incoronata a Milano. Le sue «Passeggiate nella letteratura», di solito il giovedì sera nella chiesa di corso Garibaldi, hanno avuto e continuano ad avere molto successo, essendo arrivati al decimo anno, come ha spiegato più volte lo stesso sacerdote, e sono sempre tanti coloro che si avvicinano incuriositi e poi “conquistati” da questa esperienza, anche attraverso le varie piattaforme, da YouTube a Spotify. Negli incontri si parte da brani di autori famosi, tra i quali Manzoni, Tolstoj, Flaubert, Steinbeck.
L’ultima sua opera si intitola “Nel tempo di Dio”, una sorta di breviario che raccoglie poesie da lui amate in modo particolare, disposte secondo le Ore liturgiche, dal Notturno, o Mattutino, al Vespro, dalle Lodi alla Compieta, per passare nell’Ora Media pomeridiana. Non si tratta di sostituire, certo, le parole delle preghiere liturgiche o quelle della devozione, ma affiancarle nella meditazione, permettere che i versi agiscano da “piccolo fuoco”, lampo di luce, dialogo inaspettato.
Sono i versi di Antonia Pozzi, di David Maria Turoldo, di Rainer Maria Rilke, di Fernando Pessoa e Milton, diventare preghiera intensa, costante, intrecciata alla ricerca della bellezza. Un percorso che aiuta, consola, illumina, apre squarci di luce là dove sembra che tutto sia buio, ricordando parole capaci di dare speranza, anche quando sempre vano, inutile sperare, sentire, profondamente, che non finisce tutto nel grigiore o nel dolore, che le illusioni umane non sono una risposta e che non finisce tutto qui, l’ultima parola non è quella che ci distrugge. Sperare contro l’impossibile, sperare per oltrepassare i limiti, la paura, il silenzio, la desolazione. Sperare, fare poesia. Pregare.
Paolo Alliata, Nel tempo di Dio, Edizioni Ponte alle Grazie, pp. 176, euro 16
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