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10 Luglio 2019
Vaccini: addio ai certificati per l’iscrizione a scuola, ma l’obbligo resta
di Marzio Bartoloni
Se i genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, incorreranno nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge.
Niente certificati né autocertificazioni. L’incubo delle scartoffie da produrre alle segreterie di scuole e asili entro scadenze determinate è archiviato. Grazie all’attivazione dell’anagrafe vaccinale saranno segnalate direttamente alle scuole le situazioni critiche. Ma questo addio alla presentazione dei certificati – vale la pena sottolinearlo – non significa anche l’addio all’obbligo di vaccinazioni che resta in piedi nonostante le promesse del Governo di allentarlo. Con multe salate per chi contravviene.
Il 10 luglio era l’ultima data cerchiata in rosso dai genitori per la presentazione dei certificati di avvenute vaccinazioni per le iscrizioni scolastiche del prossimo anno, prevista dalla normativa vigente (Legge Lorenzin). Ma, come detto, grazie all’attivazione dell’anagrafe vaccinale – hanno fatto sapere nei giorni scorsi i ministeri dell’Istruzione e della Salute – non c’è più l’obbligo di presentazione dei certificati a scuola e la scadenza è venuta meno. Essendo stata attivata l’Anagrafe nazionale vaccinale, i genitori non hanno più quindi l’obbligo di presentare la documentazione, perché il Sistema automatizzato fa dialogare Asl e istituti scolastici. Grazie all’Anagrafe vaccinale, le situazioni irregolari di genitori che non hanno sottoposto i figli alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica saranno comunicate dalle Aziende sanitarie alle scuole che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori.
In attesa che venga approvato il nuovo provvedimento voluto dalla maggioranza giallo-verde sui vaccini, all’esame in Parlamento con tempi molti rallentati, e che prevede il cosiddetto «obbligo vaccinale flessibile» (la vaccinazione resterebbe obbligatoria solo «in caso di emergenze sanitarie o di compromissione dell’immunità di gruppo»), resta dunque in vigore la legge Lorenzin del precedente Governo. Legge che prevede appunto l’obbligo della vaccinazione per le iscrizioni all’asilo nido e alla scuola materna e, con modalità diverse, riguarda anche le scuole elementari, scuole medie e i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni. Di conseguenza i bambini da zero a sei anni non in regola con le vaccinazioni non possono accedere agli asili nido e alle scuole dell’infanzia; bambini e ragazzi nella fascia d’età da 6 a 16 anni potranno entrare a scuola. Le vaccinazioni obbligatorie previste sono dieci. Si tratta di anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite
B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
Ma cosa succede ai genitori che decidono di non mettersi in regola?
Le situazioni irregolari di genitori che non hanno sottoposto i figli alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica verranno comunicate dalle aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori. I genitori avranno a loro volta dieci giorni di tempo per portarli a scuola. Se i genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da parte delle Asl, incorreranno nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge. Eliminata la norma originaria che consentiva al Tribunale dei minori di ritirare in certi casi la patria potestà per i genitori che si rifiutano di vaccinare i figli minori di 16 anni sono rimaste le sanzioni anche se ridotte. Le multe previste vanno dai 100 ai 500 euro in base alle inadempienze.

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