Una ricerca Fondazione Agnelli e CRISP promuove il Jobs Act
2 February 2018
Solo un diplomato su tre degli occupati svolge un lavoro coerente col titolo di studi conseguito
La metà di dei diplomati (51,3%) deve accontentarsi di un lavoro qualsiasi, mentre il 14,4% svolge professioni trasversali e accessibili, oltre che con la propria, anche con maturità di diverso tipo.
Per ottenere un rapporto di lavoro significativo (contratto con una durata di almeno trenta giorni continuativi) i diplomati hanno atteso in media 263 giorni, quasi nove mesi. La maggioranza dei diplomati non si è spostata oltre il comune di residenza o la provincia per trovare una occupazione (distanza media da casa del lavoro: 40 km).
Per ottenere un rapporto di lavoro significativo (contratto con una durata di almeno trenta giorni continuativi) i diplomati hanno atteso in media 263 giorni, quasi nove mesi. La maggioranza dei diplomati non si è spostata oltre il comune di residenza o la provincia per trovare una occupazione (distanza media da casa del lavoro: 40 km).
Sono questi i principali risultati ai quali perviene il rapporto “L’occupazione dei diplomati tecnici e professionali”, realizzato dalla Fondazione Agnelli e dal CRISP (Università di Milano Bicocca), col supporto operativo dell’Ufficio statistico del MIUR e della Direzione Generale dei Sistemi Informativi, del Ministero del Lavoro. Il rapporto è stato presentato oggi nella sede del Miur da Mario Mezzanzanica (CRISP) e Andrea Gavosto (Fondazione Agnelli) alla presenza della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e con l’intervento introduttivo di Gianna Barbieri (Miur) e Grazia Strano (MLPS). Lo studio ha riguardato i diplomati tecnici e professionali che hanno concluso gli studi in tre successivi anni scolastici (2011/12, 2012/12, 2013/14).
Il rapporto sottolinea che per quanto riguarda il tipo di contratto la metà dei diplomati che lavorano ha già raggiunto entro i primi due anni dal termine degli studi una posizione stabile. In particolare il 22,2% ha un contratto a tempo indeterminato e circa il 27,6% è inserito in un percorso di apprendistato che per i più giovani rappresenta il primo passo nell’ambito di un rapporto di lavoro di tipo permanente.
A giudizio dei ricercatori l’impatto delle riforme giuslavoristiche varate dal 2012 ad oggi è stato “significativo”. In particolare la Riforma Fornero dell’apprendistato prima e il Jobs Act dopo hanno cambiato radicalmente le convenienze dei datori di lavoro. Infatti, a fronte di un’incidenza del lavoro non permanente (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto, ecc.) sostanzialmente immutata nel tempo, si è verificato un ricorso massiccio al contratto in apprendistato dopo la sua entrata a regime e un successivo calo afavore del contratto a tempo indeterminato a seguito dell’introduzione della decontribuzione prevista dalle norme del Jobs Act.
La riflessione sulla Dirigenza umanistica, costrutto ideato da Ottavio Fattorini insieme al gruppo “Dirigenti insieme” ed espresso nei principi dell’omonimo manifesto, parte dalla constatazione che il sistema di governance scolastica italiana si caratterizza per una struttura atipica.
Il Ministero dell’istruzione e del merito, su indicazione del Ministro Giuseppe Valditara, all’interno di una collaborazione istituzionale con il MEF, ha lavorato per fare sì che già nel cedolino di settembre (data di inizio del nuovo anno scolastico) fossero accreditati ai dirigenti scolastici gli stipendi con gli aumenti previsti dal CCNI, firmato in via definitiva nel mese di luglio, per l’anno scolastico 2023/2024.
L’USR Piemonte riapre fino all’1 ottobre 2023 le domande per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio in favore degli ammessi ai corsi Tfa sostegno, periodo ottobre-dicembre 2023.