I sindacati scuola e il mondo dell’associazionismo, con un appello diffuso oggi 15 febbraio, esprimono…
22 Ottobre 2019
Sindacati pronti alla carica

Sindacati pronti alla carica
22 October 2019
Oggi al tavolo sul reclutamento, le sigle compatte lanceranno l’allarme per la Manovra
di Alessandra Ricciardi
L’appuntamento di oggi è ufficialmente sul disegno di legge per le nuove abilitazioni. Ma non si parlerà solo di reclutamento. Tema spinoso, questo, per sindacati e ministro viste le implicazioni che ha sulla disciplina dell’accesso alla professione docente e, in questa fase, soprattutto per la definizione di vie di uscite dal precariato per circa 55 mila docenti che lavorano nella scuola senza essere abilitati e per quanti di questi dovrebbero restare fuori dal concorso riservato che interesserà solo 24 mila posti. Oggi Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda al tavolo chiederanno conto soprattutto della Manovra e dei fondi per il rinnovo del contratto. Pronti, nel caso di risposte negative, a procedere con la mobilitazione.
In attesa di un testo definitivo della legge di bilancio, le anticipazioni del governo non sono affatto buone: in legge sarebbero pronti, tra i vecchi stanziamenti e il miliardo e 400 milioni del nuovo esecutivo, circa 3,2 miliardi di euro a regime, e dunque per il 2022, per rinnovare i contratti del comparto scuola, università, ricerca e statali. Dai fondi vanno detratti 210 milioni per il salario accessorio delle forze di polizia e circa 250 milioni per il capitolo perequazione. A conti fatti, l’aumento medio mensile per i docenti (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso) sarebbe di 80 euro. Meno degli 85 del precedente triennio. Molto meno dei 100 euro promessi dal ministro dell’istruzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti.
Che ha posto al tavolo di palazzo Chigi la richiesta di 3 miliardi solo per scuola, università e ricerca. Due miliardi per la valorizzazione del personale docente e Ata. Ma anche se dovesse passare la sugar tax, cara al Movimento5stelle, le maggiori risorse provenienti da questo capitolo non andranno alla scuola, ha fatto sapere il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. Almeno questa era la posizione a ieri, prima che iniziassero gli incontri bilaterali tra il premier Giuseppe Conte e i singoli partiti della maggioranza per tentare di trovare la quadra sulla legge di Bilancio.
«Con gli 80 euro di cui si parla, per di più spalmati nel triennio contrattuale, siamo ben lontani dalle affermazioni ripetutamente rilasciate dal ministro Fioramonti, e soprattutto dagli impegni assunti esplicitamente in intese che lo stesso presidente del Consiglio ha direttamente firmato», dicono in corso i segretari confederali di Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, rispettivamente Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Pino Turi.
«L’obiettivo di una complessiva e significativa rivalutazione degli stipendi del personale della scuola, dell’università e della ricerca è stato più volte ribadito come priorità, per noi resta tale», dice Sinopoli. «Non possiamo pensare che la valorizzazione del personale della scuola passi in secondo piano, accrescendo il gap ad oggi esistente non solo con gli altri dipendenti pubblici ma con i colleghi europei», incalza Turi. I sindacati chiederanno oggi che sul contratto e in genere Manovra si apra un tavolo urgente presso il Miur. Pronti, se sarà necessario, «ad assumere le opportune iniziative di mobilitazione», concludono i sindacati.

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