L’immagine complessiva della categoria esce ulteriormente e ingiustamente debilitata Al di là delle vicende sessuali…
7 Ottobre 2019
Nuovo rapporto Eurydice: aumenta lo stipendio degli insegnanti in Europa, fatta eccezione per l’Italia
La pubblicazione, riferita al 2016/2017, compara gli stipendi di insegnanti e capi di istituto di 41 sistemi educativi europei
La rete Eurydice celebra la Giornata mondiale degli insegnanti con la pubblicazione del rapporto dedicato agli stipendi e alle indennità di insegnanti e capi di istituto in Europa.
“Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2016/17” prende in esame gli stipendi tabellari e le indennità nelle scuole pubbliche pre-primarie, primarie e secondarie di 41 sistemi educativi e compara le differenti condizioni e progressioni salariali.
Tra i dati principali, emerge nel 2016/17 un generale aumento degli stipendi tabellari nella maggior parte dei Paesi europei. L’analisi comparativa mostra infatti un aumento di almeno il 3% in 18 Stati, con le sole eccezioni di Italia e Liechtenstein, per via del congelamento degli stipendi nel settore del pubblico impiego; ma anche di Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Finlandia, dove la retribuzione è rimasta praticamente la stessa dell’anno precedente. In Bosnia-Erzegovina gli stipendi degli insegnanti sono addirittura diminuiti.
Per quanto riguarda il nostro Paese c’è da sottolineare che, nel 2018, è stato finalmente rinnovato il contratto del pubblico impiego, dopo ben otto anni di blocco. Questo ha portato a un aumento degli stipendi tabellari dei dipendenti della pubblica amministrazione, compresi quelli degli insegnanti.
Gli stipendi reali (ossia al netto dell’inflazione) degli insegnanti all’inizio della loro carriera sono oggi inferiori in nove Paesi europei rispetto al 2009/10, anni immediatamente successivi alla crisi finanziaria. Il rapporto sottolinea inoltre che le retribuzioni e le condizioni salariali variano notevolmente tra i vari Paesi. Nell’Europa dell’Est, ad esempio, gli stipendi tabellari sono sostanzialmente inferiori a quelli dell’Europa occidentale. Le differenze tra i Paesi riguardano non solo il livello degli stipendi di base, ma anche il numero di anni di servizio necessari per raggiungere la retribuzione massima, che può andare da 6 a 42 anni a seconda del Paese.
L’analisi comparativa è corredata da schede descrittive nazionali che illustrano i dati raccolti congiuntamente dalle reti Eurydice e OCSE/NESLI.
Scarica il rapporto “Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2016/17”>>
Fonte dell’articolo: INDIRE

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