Arriveranno tra il 2019 e il 2021 i prof educatori digitali
Tra le previsioni della manovra c’è infatti quella di costituire team di insegnanti per la formazione hi-tech del personale docente e degli studenti. La misura sarà finanziata con oltre 7 milioni di euro, recuperati dal taglio delle risorse per i laboratori scolastici previste dalla legge sulla Buona Scuola.
La novità
La previsione, si legge nella bozza, è quella di «esonerare dall’esercizio delle attività didattiche un numero massimo di 120 docenti», individuati dal Miur, per costituire squadre territoriali formative con il compito di «garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale», ma anche per «per promuovere azioni di formazione del personale docente e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative». La misura – si legge nel testo – sarà finanziata con 1,44 milioni di euro per il 2019, con 3,6 milioni per il 2020 e con 2,16 milioni per il 2021, fondi per i quali si attingerà ai 90 milioni totali (30 milioni l’anno) assegnati dalla Buona Scuola al Fondo di funzionamento delle scuole.
Al via i concorsi scuola, con le nuove modalità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per l’assunzione in ruolo di oltre 30mila docenti nelle scuole di ogni ordine e grado: i bandi concorsi scuola, pubblicati questa mattina sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, prevedono la copertura di 9.
La lotta ai diplomifici non può diventare la bandiera della destra o della sinistra, perché la difesa della qualità del sistema e della giustizia per gli studenti impegnati al conseguimento del diploma rappresenta un principio di civiltà che non può diventare una prerogativa di parte.
Con il piano straordinario di vigilanza avviato dal Ministero dell’istruzione e del merito, partito nei giorni scorsi con ispezioni nelle tre Regioni (Campania, Lazio e Sicilia) dove dalla fotografia scattata dalla nostra inchiesta risiedono gli istituti più sospetti, per la prima volta si dichiara guerra a un mondo opaco, parallelo al sistema d’istruzione, di cui ne inquina i risultati.