Quadri di riferimento e griglie valutative uguali, ma non rigidamente vincolanti, per l’intero territorio nazionale
La regolamentazione voluta dalla legge 107/2015 (Buona scuola) e prevista da un suo decreto legislativo (62/2017), è stata attuata dal ministro dell’istruzione Bussetti con il decreto 769 del 26.11.2018.
Non tutti i quadri di riferimento hanno uno sviluppo omogeneo (taluni sintetici e altri molto dettagliati), ma nell’insieme possono rappresentare comunque uno strumento utile per ridurre le eclatanti disparità di giudizio, soprattutto tra Nord e Sud, emerse con sempre maggiore evidenza negli ultimi anni.
Va indubbiamente apprezzato il notevole sforzo del Ministero per definire ben 77 diversi quadri di riferimento (15 per i licei, 29 per gli istituti professionali e 33 per gli istituti tecnici), ma, se questo del riequilibrio è l’obiettivo condivisibile, un elemento innovatore (i nuovi crediti scolastici) della nuova maturità potrebbe in parte ridimensionarne il peso effettivo. Vediamo perché.
In precedenza il credito valeva il 25% del punteggio massimo attribuibile; ora peserà per il 40%.
Questo significherà che i consigli di classe avranno un maggior peso sulla determinazione del voto finale d’esame; un peso virtualmente uguale a quello che le Commissioni potranno attribuire alle due prove scritte.
Se, grazie ai nuovi quadri di riferimento, vi sarà un maggior equilibrio nelle due prove scritte (20 punti anziché 15 sia per la prima prova sia per la seconda) il peso dei nuovi crediti scolastici, uguale alla somma dei punteggi delle due prove, potrebbe attenuarne o vanificarne l’effetto.
x La giunta della Provincia autonoma di Trento, avvalendosi delle prerogative assegnatele dal suo Statuto, ha approvato un disegno di legge, predisposto dall’assessore Mirko Bisesti (Lega), che prevede per una parte dei docenti delle scuole statali della Provincia la possibilità di essere selezionati e inquadrati in una posizione diversa da quella di partenza: il ddl individua infatti tre nuove figure professionali: i docenti esperti, cui affidare compiti di coordinamento della didattica, di rafforzamento dei percorsi di orientamento e di personalizzazione della didattica; i docenti ricercatori, cui affidare compiti di sviluppo di specifici progetti, di durata anche pluriennale, per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; i docenti delegati all’organizzazione, cui affidare incarichi di diretta collaborazione con il dirigente scolastico per compiti organizzativi.
x Compiti per casa: poche cose preoccupano i genitori più di questi (lo abbiamo visto nei giorni scorsi), soprattutto se parliamo di bambini della scuola primaria e a maggior ragione se questi pargoli frequentano la scuola a tempo pieno.
x Mentre Tuttoscuola ospitava in un partecipato webinar esponenti istituzionali e sindacali di spicco per approfondire la funzione del docente tutor, il CSPI esprimeva parere sulle bozze di decreto e di circolare proprio su questa nuova figura professionale.