Cassazione condanna il Miur: 50 mila euro al prof di Giuseppe Mantica* * avvocato cassazionista …
21 Novembre 2017
La sanzione viola la dignità Il risarcimento è salato

La sanzione viola la dignità Il risarcimento è salato
21 November 2017
Cassazione condanna il Miur: 50 mila euro al prof
Conto salato per il Miur in caso di sanzione disciplinare illegittima emessa dall’ufficio scolastico periferico e comunicata «in modo ingiurioso». Con la sentenza n. 24373/17, riferita da ItaliaOggi nell’edizione del 14 novembre scorso, la Corte di cassazione ha dato torto al Ministero che tentava di ribaltare l’esito di una sentenza della Corte di appello di Palermo che aveva riconosciuto un risarcimento di circa 50 mila euro ad un docente -preside incaricato- per cinque giorni di sospensione dal servizio.
La somma ha raggiunto dimensioni cospicue per l’eccesso di presunzione nel decidere e le ostentate modalità di notifica del provvedimento amministrativo. La magistratura, in particolare la Corte d’appello (sentenza n. 1136/2011), ha fatto buon governo del principio di parità e uguaglianza delle parti in causa riconoscendo colposo il comportamento del provveditore ed assegnando danni anche non-patrimoniali al preside sanzionato. Premesso che la sospensione, prontamente impugnata, era stata già annullata da altra decisione giudiziaria, i giudici hanno censurato la laconicità del provvedimento, che mancante di elementi idonei quali la precisa e necessaria contestazione degli addebiti, aveva dato luogo ad una deduzione congetturale, e solo presuntiva sui fatti, quindi non adeguata a giustificare l’uso del potere disciplinare.
Trattandosi, in specie di pubblica amministrazione, il provvedimento era stato assunto con quella colpa che il codice civile implica per l’azione negligente e imperita, e che come tale comporta il risarcimento, ivi compresi il maggior reddito che il docente avrebbe percepito nell’accedere all’incarico di preside, di fatto compromesso per la risultanza (all’epoca) della sanzione. Quanto ai danni non-patrimoniali, la Corte ha definito ingiurioso il carattere dell’azione amministrativa perché lesiva di decoro, dignità e onore del dipendente che si è visto privare dell’incarico di prestigio della presidenza di una scuola per una mancanza che non aveva però commesso. Opportuna valutazione è stata inoltre data al fatto, parimenti immeritato, che la sanzione aveva provocato nell’ambiente scolastico un diffuso giudizio negativo riferito al dipendente, anche perché comunicata proprio in presenza di altri colleghi noti e, per giunta, concorrenti. Tanto ha causato anche profondi turbamenti con sindrome ansiosa depressiva e turbe psichiche al docente. Elementi tutti che hanno meritato adeguato ristoro.
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Fonte dell’Articolo: http://www.italiaoggi.it

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