Verso sblocco concorso DSGA, previsti 2.000 posti Sono 57.322 le assunzioni di docenti per l’anno…
15 Settembre 2018
Immissioni in ruolo: Autorizzate 57 mila assunzioni, ma se ne trova soltanto la metà
La scuola brucia 32 mila posti
DI ALESSANDRA RiCCIARDI
Il ministro dell’economia Giovanni Tria ha autorizzato a luglio scorso oltre 57 mila assunzioni di insegnanti nella scuola statale, da effettuare attingendo per metà dalle graduatorie dell’ultimo concorso e per l’altra metà dalle Gae, le graduatorie a esaurimento in cui stazionano i precari storici abilitati. A breve il collega dell’Istruzione, Marco Bussetti, dovrà restituirgliene oltre la metà: 32 mila chiamate a firmare un contratto a tempo indeterminato sono andate deserte.
I posti ci sono, ma mancano i candidati, per cui si va avanti con i supplenti. Il contingente di 57.322 immissioni in ruolo vistato dall’Economia e approvato dal consiglio dei ministri rappresenta un dato rilevante, tenuto conto che si tratta di quasi 25 mila unità in più rispetto a quanti sono andati in pensione, circa 32 mila i pensionamenti stimati. Il governo gialloverde prosegue così sulla linea tracciata dai precedenti esecutivi di centrosinistra, invertendo la tendenza che voleva nei governi tradizionalmente di centrodestra che si coprisse al massimo il turnover e che le altre cattedre di organico prive di titolare fossero affidate a supplenti.
Costano meno e non ci sono problemi nel doverli licenziare a fine lezioni, è stata la tesi sostenuta nel secondo governo Berlusconi dal ministero dell’economia, all’epoca guidato da Giulio Tremonti, con l’Istruzione, ministro Mariastella Gelmini. Ora invece si è pronti ad assumere di più per dare stabilità al personale e assicurare continuità didattica agli studenti, ma mancano candidati in posizione utile per entrare in pianta stabile. Secondo l’analisi dei dati inseriti a sistema dagli uffici scolastici territoriali, delle 57.322 mila immissioni in ruolo se ne sono fatte poco più di 25 mila, il 56,2% dei posti resta vuoto e sarà assegnato a precari, la maggior parte non abilitati.
Non è la prima volta che avviene: anche lo scorso anno le assunzioni hanno coperto solo il 57,6% delle disponibilità, ma quest’anno è andata decisamente peggio. Un dato amaro da digerire per Bussetti, che si è trovato a gestire gli effetti di un reclutamento avviato dal governo Renzi e che però penalizza i territori di riferimento della Lega: i buchi più grossi nelle assunzioni infatti ci sono al Nord. Il dato peggiore alle scuole medie, dove si è fatto il 39% di assunzioni su cattedre comuni e lo 0,2% sul sostegno, dato che alle superiori sale al 39%, che diventa il 6,8% per il sostegno.
La media complessiva parla del 37% di assunzioni andate al buon fine nelle regioni settentrionali. Il rendimento migliore si registra al Sud, dove ci si assesta al 63%, con punte del 98% per l’infanzia, seguirà dal 90% della primaria. Il caso più éclatante è però quello del sostegno per gli alunni disabili: su 13 mila posti autorizzati dall’Economia per questo scopo, se ne sono coperti 1.600, il 12%. E dunque il nuovo anno parte con un esercito di supplenti, molti non abilitati all’insegnamento.
Il problema è che non ci sono candidati nelle graduatorie a esaurimento, per molti classi di concorso ormai sguarnite soprattutto al Nord, e neppure nelle graduatorie dei concorsi indetti dal governo Renzi. Concorsi che, lamentano i candidati, hanno fatto una selezione durissima su inglese e informatica e che sono stati appesantiti da ricorsi e sentenze.
E poi ci sono i concorsi riservati ai docenti abilitati, i cosiddetti Fit andati in scena quest’anno, che hanno registrato notevoli ritardi: nel Lazio probabilmente le commissioni esaminatrici finiranno a novembre. Insomnia, il reclutamento, con la pregressa programmazione del fabbisogno, non funziona, la macchina si è ingolfata, ci sono 80 mila supplenti che fanno lezione ma non riescono a entrare di ruolo.
Nel confronto di ieri con i sindacati a viale Tras tevere, i vertici ministeriali non hanno accennato a soluzioni a quanti hanno chiesto interventi urgenti. «Servono procedure snelle», aveva annunciato nei giorni scorsi Bussetti.
Fonte dell’articolo: Italia Oggi

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