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La fotografia che emerge dalla Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia redatta dal Consiglio nazionale delle ricerche e presentata a Roma
di Redazione Scuola
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Con un lieve aumento dei fondi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza sta aiutando la ricerca italiana, che deve però trovare gli strumenti per essere competitiva, per esempio pensando a un programma futuro di finanziamenti strutturali, traducendo in brevetti un maggior numero di idee e di progetti, facendo in modo che i tanti ricercatori che vanno all’estero rientrino più numerosi. È la fotografia della ricerca italiana che emerge dalla Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia redatta dal Consiglio nazionale delle ricerche e presentata oggi a Roma, presso il Cnr.
«Colmare il gap fra mondo della ricerca e quello industriale»
«Non vediamo ancora in pieno l’impatto del Pnrr sullo stato di salute della ricerca italiana, ma lo vedremo il prossimo anno», ha detto la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, aprendo i lavori con il direttore del dipartimento Scienze umane e sociali, patrimonio culturale del Cnr, Salvatore Capasso. Fra le priorità, Carrozza ha indicato l’esigenza di «colmare il gap fra il mondo della ricerca e quello industriale, grazie strumenti più veloci e flessibili». Per Capasso «è essenziale che la ricerca abbia un sistema di finanziamento ottimale». Accanto a una struttura finanziaria, ha aggiunto, è importante investire in un sistema di finanziamento che permetta il trasferimento tecnologico…
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Ricerca aiutata dal Pnrr, ora la sfida è linnovazione
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