ServizioLa cerimonia
Per la prima volta nella sua storia l’Università degli studi di Trieste ospita l’assemblea Crui, la presidente Giovanna Iannantuoni: ribadito il ruolo centrale dell’Università per la crescita del Paese
di Redazione Scuola
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Valorizzazione del capitale umano, sostenibilità, ricerca, innovazione e attrattività internazionale al centro dei festeggiamenti dell’Università degli studi di Trieste, che a cento anni dalla sua fondazione ha inaugurato oggi (14 dicembre) l’anno accademico 2023-2024 alla presenzadel sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, del ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini (in collegamento) e della neoeletta presidente della Crui – Conferenza dei Rettori delle Università italiane Giovanna Iannantuoni. «Per il nostro ateneo è un onore ospitare per la prima volta nella nostra storia giunta e assemblea Crui – ha esordito il rettore Roberto Di Lenarda – in questo anno così particolare per noi vogliamoribadire il ruolo centrale che le Università pubbliche rivestono e fare appello affinché venganosempre meglio supportate con un sistema di finanziamenti efficace e che non generi eccessivedisparità tra Nord e Sud e tra atenei pubblici e privati. È necessario soprattutto arginare con unaregolamentazione seria il proliferare delle università telematiche, che offrono una didattica nonparagonabile ai corsi degli atenei “in presenza”, e aumentare in maniera sensibile e con gli adeguatiaiuti economici il numero dei laureati, drammaticamente basso. Solo se saremo sostenutiadeguatamente potremo supportare il Paese a far fronte alle sfide che arrivano dall’Intelligenzaartificiale, dalla crisi energetica e ambientale e dal drammatico calo demografico le cui conseguenzesi faranno sentire a breve».
«Primo pensiero alla formazione»
«Quando si parla di università in genere il primo pensiero va alla formazione dei giovani – ha commentato Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui – ma l’università ha anche un’altramissione fondamentale per le sorti del Paese. Ovvero quella che passa prima per la ricerca e poi per la valorizzazione dei suoi risultati, che genera innovazione. Il Pnrr sta in questi anni fornendoossigeno prezioso a queste attività, spesso trascurate dalla politica. Ma il Pnrr, lo sappiamo, siconclude nel 2026 e il 2026 è domani. È quindi fin da ora che dobbiamo riflettere su che Paese vogliamo essere dal 2027 in poi. Io credo che l’Italia meriti di diventare un luogo dove tradizione e innovazione si alimentano a vicenda, economicamente prospero, dove i giovani non fuggono mam anzi vengono a realizzare i loro progetti. Nelle nostre università c’è un fermento incessante che spinge in questa direzione, ma da soli non possiamo di certo farcela. Abbiamo bisogno che il legame inscindibile che la crescita economica e lo sviluppo sociale hanno con l’innovazione che proviene dalla ricerca venga ribadito non solo nei proclami, ma nelle scelte concrete di politica economica».
Il rettore
Il rettore, nel suo discorso inaugurale, ha voluto riflettere sul percorso che ha portato allo sviluppo dell’Ateneo giuliano lungo un secolo di storia, dalla nascita dell’Università degli Studi economici ecommerciali l’8 agosto 1924, passando per la trasformazione in regia Università degli Studi nel 1938, all’istituzione delle Facoltà e sino all’assetto istituzionale dei dieci dipartimenti disegnato nel 2010. «Il centenario non è solo occasione per celebrare il passato ma soprattutto un’opportunità perguardare con coraggio al futuro. Nei prossimi anni lavoreremo per rispondere alle sfide globali.Desideriamo investire in metodologie didattiche innovative e nell’ampliamento di iniziative diformazione a carattere trasversale e professionalizzante con sempre maggiori contatti con il mondoproduttivo e il territorio. Nell’ambito della ricerca, vogliamo impegnarci a migliorare la capacità diattrarre risorse e promuovere attività internazionali sfruttando la posizione geografica di Trieste e lapartecipazione ad alleanze europee e reti transfrontaliere. Guardando al mercato del lavoro, l’Ateneointende rispondere con un aumento dell’offerta formativa e della ricerca in discipline comel’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale, la biomedicina, la transizione digitale, tra le altre – ha concluso Di Lenarda – investiremo anche sul ruolo delle discipline umanistiche per favorire losviluppo di spirito critico, soft skills e flessibilità nelle giovani generazioni».
La situazione dell’ateneo
La situazione dell’Università di Trieste è solida e in crescita: i fondi dedicati alla ricerca ammontano a 19 milioni, dato cresciuto significativamente grazie ai maggiori finanziamenti Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) ottenuti. Con i suoi 5400 neoiscritti, nel 2023 l’Ateneo registra un aumento complessivo di immatricolazioni del 20% rispetto allo scorso anno. Sono 552 gli immatricolati provenienti dall’estero (il 10% del totale) e aumenta l’attrattività anche dalle altre regioni italiane, in particolare da Lombardia, Puglia, Sicilia ed Emilia-Romagna. Sono 744 i docenti, rispetto ai 653 del 2019, con una riduzione dell’età media di circa 4 anni. In significativa crescita anche il personale tecnico amministrativo che svolge un ruolo fondamentale nel garantire l’efficace funzionalità dell’ateneo. In questo contesto, l’Ateneo ha predisposto il budget triennale 2024 – ‘26 che include un significativo investimento per il personale grazie ai piani di reclutamento straordinari regolati dai decreti ministeriali del 2022 – ‘23. Si presenta solido e sostenibile, sia dal punto di vista economico che da quello finanziario ed è stato redatto in coerenza agli obiettivi previsti dal nuovo Piano Strategico diAteneo: da evidenziare che, per l’area “Formazione e Studenti”, l’Università di Trieste prevede di impegnare complessivamente 34,2 milioni di euro mentre l’area “Ricerca” assorbirà risorse per 34,6milioni. Alla “Terza missione” (trasferimento tecnologico e attività divulgativa), che sta progressivamente acquisendo importanza tra le attività richieste alle università, sono destinati quasi€ 4 milioni. Numerosi gli eventi di questi primi mesi per celebrare il Centenario. Tra questi, da ricordare #SBLAD– Shine Bright Like a Diamond, il progetto di residenze d’artista che ha impegnato undici artisti contemporanei nella realizzazione di dieci opere originali per raccontare il dialogo tra arte e scienza,visibili sugli scaloni dell’ateneo per tutto il 2024; l’esposizione permanente “I miei pùpoli” dedicata allo scienziato e artista Gaetano Kanizsa; la collaborazione con Erpac – Regione Friuli-Venezia Giulia per la digitalizzazione del patrimonio museale ed artistico dell’Università, visitabile suhttps://smats.units.it/, e quella con Fondazione CR Trieste per il recupero e la valorizzazione del Libro d’Onore, il volume che raccoglie le firme dei personaggi illustri che negli anni hanno visitato l’ateneo.
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A 100 anni dalla fondazione lUniversità di Trieste inaugura lanno accademico
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