Cinque Stelle: teorizzato, a suo tempo, il modello della democrazia diretta come alternativa a quella rappresentativa
Fu lo stesso Gianroberto Casaleggio, ispiratore e creatore, insieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle, a teorizzare il modello della democrazia diretta come alternativa a quella rappresentativa. Si noti: democrazia diretta, non partecipativa o deliberativa, del tutto priva cioè dell’intermediazione di partiti o politici di professione, come Casaleggio senior specificò in numerose occasioni prima di morire nell’aprile 2016.
Ora il figlio Davide sembra intenzionato a sviluppare e rendere operativo quel modello, e l’opportunità gli è fornita dalle elezioni del 4 marzo, alle quali il M5S arriva sull’onda di un’abile campagna di marketing, culminata nella presentazione di una squadra di governo formata esclusivamente da tecnici e guidata da un unico capo politico, Luigi Di Maio, garante e interprete della ‘volontà generale’: un concetto presente nel pensiero di Jean Jacques Rousseau, al cui nome non a caso è intitolata la piattaforma informatica gestita dalla Casaleggio Associati.
Va ricordato peraltro che la Costituzione italiana, in nome della quale l’alta Corte ha dichiarato incostituzionali le leggi elettorati troppo spinte in senso maggioritario, non contempla alcuna forma di democrazia diretta, tranne che nel caso del referendum abrogativo (con alcune eccezioni), ed esclude il mandato imperativo, che invece il M5S vorrebbe introdurre in coerenza con una concezione monocratica e top down del potere politico. Un modello sconosciuto nei Paesi retti da ordinamenti liberal-democratici, fondati sulla dialettica tra una pluralità di soggetti politici e sociali e sul bilanciamento dei poteri.
Tra le novità in arrivo con la firma definitiva del CCNL 2019-21 e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il ritorno della mobilità verticale per il personale ATA, la procedura che consente il passaggio all’area immediatamente successiva.
Riforma classi di concorso per la scuola secondaria primo e secondo grado: la revisione, da attuare entro il 31 dicembre 2023, diventa essenziale per implementare misure urgenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’organico aggiuntivo ATA sarà prorogato fino al 2026: è quanto contiene un emendamento, a prima firma del presidente della VII commissione del Senato, Roberto Marti (Lega), approvato venerdì scorso.