Cinque Stelle: teorizzato, a suo tempo, il modello della democrazia diretta come alternativa a quella rappresentativa
Fu lo stesso Gianroberto Casaleggio, ispiratore e creatore, insieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle, a teorizzare il modello della democrazia diretta come alternativa a quella rappresentativa. Si noti: democrazia diretta, non partecipativa o deliberativa, del tutto priva cioè dell’intermediazione di partiti o politici di professione, come Casaleggio senior specificò in numerose occasioni prima di morire nell’aprile 2016.
Ora il figlio Davide sembra intenzionato a sviluppare e rendere operativo quel modello, e l’opportunità gli è fornita dalle elezioni del 4 marzo, alle quali il M5S arriva sull’onda di un’abile campagna di marketing, culminata nella presentazione di una squadra di governo formata esclusivamente da tecnici e guidata da un unico capo politico, Luigi Di Maio, garante e interprete della ‘volontà generale’: un concetto presente nel pensiero di Jean Jacques Rousseau, al cui nome non a caso è intitolata la piattaforma informatica gestita dalla Casaleggio Associati.
Va ricordato peraltro che la Costituzione italiana, in nome della quale l’alta Corte ha dichiarato incostituzionali le leggi elettorati troppo spinte in senso maggioritario, non contempla alcuna forma di democrazia diretta, tranne che nel caso del referendum abrogativo (con alcune eccezioni), ed esclude il mandato imperativo, che invece il M5S vorrebbe introdurre in coerenza con una concezione monocratica e top down del potere politico. Un modello sconosciuto nei Paesi retti da ordinamenti liberal-democratici, fondati sulla dialettica tra una pluralità di soggetti politici e sociali e sul bilanciamento dei poteri.
x La giunta della Provincia autonoma di Trento, avvalendosi delle prerogative assegnatele dal suo Statuto, ha approvato un disegno di legge, predisposto dall’assessore Mirko Bisesti (Lega), che prevede per una parte dei docenti delle scuole statali della Provincia la possibilità di essere selezionati e inquadrati in una posizione diversa da quella di partenza: il ddl individua infatti tre nuove figure professionali: i docenti esperti, cui affidare compiti di coordinamento della didattica, di rafforzamento dei percorsi di orientamento e di personalizzazione della didattica; i docenti ricercatori, cui affidare compiti di sviluppo di specifici progetti, di durata anche pluriennale, per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; i docenti delegati all’organizzazione, cui affidare incarichi di diretta collaborazione con il dirigente scolastico per compiti organizzativi.
x Compiti per casa: poche cose preoccupano i genitori più di questi (lo abbiamo visto nei giorni scorsi), soprattutto se parliamo di bambini della scuola primaria e a maggior ragione se questi pargoli frequentano la scuola a tempo pieno.
x Mentre Tuttoscuola ospitava in un partecipato webinar esponenti istituzionali e sindacali di spicco per approfondire la funzione del docente tutor, il CSPI esprimeva parere sulle bozze di decreto e di circolare proprio su questa nuova figura professionale.