Progressione per merito o per anzianità? Oppure nessuna progressione?
Si tratta di una questione taciuta e silenziosamente accantonata che, a quanto sembra, non ha pubblicamente sollevato alcun sindacato: la progressione di carriera degli insegnanti.
Nei lontani contratti della scuola gli aumenti stipendiali avevano due ingressi complementari: gli scatti stipendiali per anzianità e gli aumenti contrattuali.
In un tentativo di modifica per via legislativa dello stato giuridico da parte di un precedente Governo di centro-destra era anche stata prevista una riconfigurazione della carriera per profili professionali, ma non se ne fece niente e la materia è ritornata nell’ambito della contrattazione.
Dopo l’ultimo contratto di comparto del 2006-2009 c’è stata una tormentata questione degli scatti di anzianità, strappati in qualche modo da altre risorse contrattuali, ma anche questo cambiamento si è perso per strada.
In questa ultima ipotesi contrattuale per il 2016-2018 approvata il 9 febbraio cosa è previsto?
Nel testo del contratto non si dice nulla per i docenti, mentre per il personale ATA si prevede che un’apposita Commissione paritetica dovrà definire la “verifica del sistema di progressione economica all’interno delle aree del personale ATA”.
Per i docenti c’è soltanto una dichiarazione congiunta, allegata al testo dell’ipotesi, nella quale si afferma: “Le parti si impegnano a prevedere una fase istruttoria che consenta di acquisire ed elaborare tutti gli elementi utili ad individuare forme e strumenti di valorizzazione nell’ottica dello sviluppo professionale dei docenti”.
x La giunta della Provincia autonoma di Trento, avvalendosi delle prerogative assegnatele dal suo Statuto, ha approvato un disegno di legge, predisposto dall’assessore Mirko Bisesti (Lega), che prevede per una parte dei docenti delle scuole statali della Provincia la possibilità di essere selezionati e inquadrati in una posizione diversa da quella di partenza: il ddl individua infatti tre nuove figure professionali: i docenti esperti, cui affidare compiti di coordinamento della didattica, di rafforzamento dei percorsi di orientamento e di personalizzazione della didattica; i docenti ricercatori, cui affidare compiti di sviluppo di specifici progetti, di durata anche pluriennale, per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; i docenti delegati all’organizzazione, cui affidare incarichi di diretta collaborazione con il dirigente scolastico per compiti organizzativi.
x Compiti per casa: poche cose preoccupano i genitori più di questi (lo abbiamo visto nei giorni scorsi), soprattutto se parliamo di bambini della scuola primaria e a maggior ragione se questi pargoli frequentano la scuola a tempo pieno.
x Mentre Tuttoscuola ospitava in un partecipato webinar esponenti istituzionali e sindacali di spicco per approfondire la funzione del docente tutor, il CSPI esprimeva parere sulle bozze di decreto e di circolare proprio su questa nuova figura professionale.