La sentenza di merito sull’ammissione alla prova scritta del concorso DS non c’è stata
La sentenza era attesa il 15 gennaio scorso (non a metà febbraio come sembrava), ma invece del pronunciamento definitivo, con ordinanza cautelare monocratica (n. 00176/2019) il presidente della VI sezione – che a dicembre aveva ammesso con riserva alla prova scritta centinaia di candidati che avevano presentato ricorso contro la loro esclusione (avevano ottenuto un punteggio inferiore a quello necessario ma comunque di almeno 60/100) – ha rimesso la decisione di merito al Tar del Lazio “per la sollecita fissazione dell’udienza di merito”.
Insomma, a mettere la parola fine (si spera) non sarà lo stesso Consiglio di Stato, bensì il Tar che a suo tempo aveva respinto (ordinanza n. 06127/2018) la richiesta di ammissione allo scritto da parte di quei 600 candidati che non aveva ottenuto il punteggio necessario nella prova preselettiva.
Cosa potrebbe succedere ora?
Quasi tutti quei candidati ammessi con riserva alla prova scritta suppletiva del 13 dicembre (una parte non si è presentata) attende la sentenza definitiva dal Tar. Se sarà favorevole, continueranno il loro percorso concorsuale. Se sarà negativa, la loro prova scritta non sarà valida e l’eventuale punteggio conseguito (le sottocommissioni hanno avviato in questi giorni le correzioni) non avrà alcun valore. Fine di questa storia infinita?
x La giunta della Provincia autonoma di Trento, avvalendosi delle prerogative assegnatele dal suo Statuto, ha approvato un disegno di legge, predisposto dall’assessore Mirko Bisesti (Lega), che prevede per una parte dei docenti delle scuole statali della Provincia la possibilità di essere selezionati e inquadrati in una posizione diversa da quella di partenza: il ddl individua infatti tre nuove figure professionali: i docenti esperti, cui affidare compiti di coordinamento della didattica, di rafforzamento dei percorsi di orientamento e di personalizzazione della didattica; i docenti ricercatori, cui affidare compiti di sviluppo di specifici progetti, di durata anche pluriennale, per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; i docenti delegati all’organizzazione, cui affidare incarichi di diretta collaborazione con il dirigente scolastico per compiti organizzativi.
x Compiti per casa: poche cose preoccupano i genitori più di questi (lo abbiamo visto nei giorni scorsi), soprattutto se parliamo di bambini della scuola primaria e a maggior ragione se questi pargoli frequentano la scuola a tempo pieno.
x Mentre Tuttoscuola ospitava in un partecipato webinar esponenti istituzionali e sindacali di spicco per approfondire la funzione del docente tutor, il CSPI esprimeva parere sulle bozze di decreto e di circolare proprio su questa nuova figura professionale.