Programma comunque fatto di frasi brevi e generiche
Per esempio sulla vexata quaestio del finanziamento delle scuole paritarie (e più in generale del sistema scolastico) non si parla esplicitamente di adozione del costo standard ma ci si limita alle seguenti due frasi: “Più libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa e sanitaria” e “Incentivazione della competizione pubblico-privato a parità di standard”.
La genericità di queste formulazioni consentirebbe ai negoziatori di centro-destra di un eventuale governo con il M5S di raggiungere un accordo su una proposta di compromesso: “più” libertà di scelta non significa “piena” libertà di scelta; e l’“incentivazione della competizione pubblico-privato” può essere in vario modo graduata e condizionata.
Egualmente generici sono gli altri punti: per quanto riguarda la Buona Scuola ci si impegna a prevedere “l’abolizione di anomalie e storture della legge”, senza indicare quali; si parla poi di “centralità del rapporto docente-studente nel processo formativo”, di “sostegno all’aggiornamento e meritocrazia” e di “progressivo azzeramento del precariato”. Obiettivi sui quali non si vede quali insormontabili obiezioni potrebbero venire dal M5S.
Qualche proposta più dettagliata viene dal responsabile scuola della Lega Mario Pittoni, ora rieletto in Senato, che ha rilanciato nei giorni scorsi il “federalismo scolastico”, ovvero la possibilità che ogni Regione, come in Germania, disciplini l’istruzione, compreso il reclutamento e gli organici, mantenendo però le norme generali sui livelli essenziali dei saperi nel territorio nazionale. Per radicare gli insegnanti sul territorio ed evitare i fenomeni di mobilità di massa registratisi negli ultimi anni, accentuati dalla Buona Scuola, Pittoni propone di ricorrere al “domicilio professionale” dei docenti: ogni insegnante sarebbe libero di scegliere in quale Regione proporsi per diventare di ruolo, ed eviterebbe così di essere soggetto a trasferimenti più o meno obbligati.
Anche su queste tematiche un accordo tra centro-destra e M5S non sembra impossibile.
x La giunta della Provincia autonoma di Trento, avvalendosi delle prerogative assegnatele dal suo Statuto, ha approvato un disegno di legge, predisposto dall’assessore Mirko Bisesti (Lega), che prevede per una parte dei docenti delle scuole statali della Provincia la possibilità di essere selezionati e inquadrati in una posizione diversa da quella di partenza: il ddl individua infatti tre nuove figure professionali: i docenti esperti, cui affidare compiti di coordinamento della didattica, di rafforzamento dei percorsi di orientamento e di personalizzazione della didattica; i docenti ricercatori, cui affidare compiti di sviluppo di specifici progetti, di durata anche pluriennale, per il miglioramento e l’innovazione dell’offerta formativa; i docenti delegati all’organizzazione, cui affidare incarichi di diretta collaborazione con il dirigente scolastico per compiti organizzativi.
x Compiti per casa: poche cose preoccupano i genitori più di questi (lo abbiamo visto nei giorni scorsi), soprattutto se parliamo di bambini della scuola primaria e a maggior ragione se questi pargoli frequentano la scuola a tempo pieno.
x Mentre Tuttoscuola ospitava in un partecipato webinar esponenti istituzionali e sindacali di spicco per approfondire la funzione del docente tutor, il CSPI esprimeva parere sulle bozze di decreto e di circolare proprio su questa nuova figura professionale.